Sarebbe dovuto essere un diritto la sua sepoltura, ma arriva invece come regalo di Natale e con un ritardo imperdonabile, perché tanti sapevano e hanno girato la testa altrove. Il 30 dicembre lascerà la cella frigo in cui giace da oltre 13 mesi Osunde Olusegun, cittadino nigeriano di 53 anni, deceduto il 12 novembre 2019 nell’Ipab Domenico Cardo di Cologna Veneta, nel nucleo della sezione Stati vegetativi permanenti.
Osunde era ospite della struttura da 15 anni, dopo un periodo trascorso in coma all’ospedale Sacro Cuore di Negrar per le conseguenze di un incidente. Era in Italia da almeno 25 anni, con regolare permesso di soggiorno, un lavoro e una residenza a Verona in via Badile. Conosciuto e stimato all’interno della stessa comunità nigeriana, dalla quale era visto come punto di riferimento, era sempre disponibile per tutti, perché se c’era qualcuno privo di mezzi da accompagnare in stazione o all’aeroporto era lui che si offriva e metteva anche la sua casa a disposizione di quanti venivano in città a trovare amici e parenti.Finché il suo ricovero fu a Negrar, qualche amico lo andò a trovare, sebbene nelle condizioni in cui Osunde si trovava non poteva certo né chiedere qualcosa per sé né ringraziare per quanto riceveva: una condizione che disarma e rende ancora più soli e isolati anche coloro che possono contare su una solida rete di affetti.
I contatti si sono così diradati nel tempo, fino alla totale assenza di visite e perdita di ogni riferimento e, di conseguenza, di ogni recapito utile per poter ricostruire la sua storia e il suo contesto familiare. Solo a morte avvenuta, e dopo alcuni mesi, vennero a conoscenza della situazione l’Associazione Sulle Orme e la Ronda della carità: non è stato facile ricostruire i legami con persone lontane e che da anni avevano perso ogni contatto con il loro congiunto. A fatica è stato possibile rintracciare una sorella, per parte di padre, che vive in Italia e una figlia in Nigeria, ma entrambe in condizioni di povertà tali da non potersi permettere le spese per il funerale.Sono stati diversi i tentativi e le segnalazioni ai servizi sociali sia del Comune di Verona, dove Osunde risiedeva fino al momento dell’incidente, sia di Cologna Veneta dove è rimasto ospite dimenticato nella struttura che lo ha comunque seguito e curato fino all’ultimo dei suoi giorni.
A VERONA AVEVA la residenza dal 1997, cancellata per irreperibilità nel 2008. Di lui resta un permesso di soggiorno scaduto e che da solo non avrebbe potuto certo aggiornare, qualche relazione dei servizi sociali che lo hanno seguito e tentato di fargli avere un assegno di invalidità e un amministratore di sostegno che ha cessato con la morte del suo assistito il compito che gli era stato affidato.
Da vivo interessava a pochi, da morto non è più interessato a nessuno. L’Associazione Sulle Orme e La Ronda della carità, attraverso i propri responsabili, don Paolo Pasetto e Alberto Sperotto, avevano scritto lo scorso 19 settembre al direttore dell’Ipab Domenico Cardo e ai sindaci di Verona e di Cologna Veneta, ricevendo solo dall’Ipab la disponibilità a muoversi, ma l’impossibilità a farlo senza il nulla osta di un organismo amministrativo superiore che autorizzasse la sepoltura.Sono passati i mesi del lockdown della scorsa primavera ed è passata anche ogni buona intenzione di chi non ha mai risposto.
«Vi chiediamo di intervenire autorizzando la sepoltura di Osunde, permettendo l’accesso al “funerale di povertà”», è stata l’ultima richiesta delle associazioni, cioè la possibilità di seppellire Osunde con spese a carico delle istituzioni, «e nel caso non fosse possibile, comunicatecelo in maniera tempestiva, perché provvederemo alle spese e alle incombenze funerarie mediante una raccolta fondi».
Ma non è arrivata nessuna risposta e le associazioni hanno provveduto, raccogliendo la somma necessaria come promesso, ottenuto la collaborazione del consorzio Cof – Nord Est per la cassa e le pratiche e del Comune di San Martino Buon Albergo attraverso il sindaco Franco De Santi per la sepoltura nel cimitero del capoluogo.L’ultimo saluto a Osunde, con una breve cerimonia presieduta da don Paolo, sarà mercoledì 30 dicembre, alle 11.30 nel camposanto sanmartinese