Articolo del Corriere di Verona
A casa, in ospedale, alla mensa. Il pranzo pasquale in emergenza
VERONA Forse c’è una ricetta nella ricetta. «Un po’ di vicinanza da far sentire agli altri», dice Francesco Avesani, cuoco in pensione che preparerà la cena per almeno centosessanta persone senza fissa dimora. Pasta e salmone, nel suo caso, e il salmone arriva dai frati del Barana: «A loro, in cambio, la Ronda della Carità ha donato della verdura».
Pasqua ai tempi del coronavirus non è la stessa cosa, però quando una tradizione finisce dentro un’emergenza sanitaria può succedere di cercare quella vicinanza lì, specie in tempi di isolamento e restrizioni a pioggia. «Risotto con asparagi e piselli, pomodori canditi, agrodolce di cipollato, sono onorato di poter dare un contributo a pazienti e professionisti dell’ospedale di Marzana», così lo chef Giacomo Sacchetto, che oggi sarà nel reparto dove si riabilitano persone guarite dal Covid19.
Mentre i veronesi si siederanno a tavola per iniziare a dare un senso alle scorte acquistate ieri — c’erano code fuori da tutti i supermercati del centro, anche quaranta minuti, all’uscita sacchetti con ingredienti per il pranzo pasquale, uova e colombe — in quello stesso momento ci saranno ristoranti che avranno appena finito la loro consegna a domicilio (tanti stanno tamponando così) e cuochi come Avesani e Sacchetto che prepareranno o distribuiranno il loro lavoro.
Per Avesani quel lavoro inizia stamattina alle nove, come tutti i giorni dal tre marzo scorso a questa parte: «Sono andato in pensione a gennaio e quand’è iniziata l’emergenza sono venuto qui alla Ronda della Carità, con cui già avevo collaborato in passato, per preparare la cena ai senzatetto. Siamo in quattro, cinque persone in cucina, mascherina e guanti. Adesso che il numero di quelli cui portiamo il pasto è raddoppiato c’è ancora più da fare. Sostegno? Finora se n’è visto — risponde Avesani — e tutti i generi alimentari frutto di donazioni li abbiamo usati. Primo, secondo, contorno, abbiamo ancora dei pandori e sono arrivate le colombe: è molto importante avere anche frutta e verdura, e cerchiamo sempre di variare. Due turni quotidiani, uno fino alle 13, l’altro dalle 14.30 alle 19.30, poi verso le dieci di sera arrivano i volontari che escono a consegnare». La Ronda consegna soprattutto nelle tre zone ormai consolidate, cioè di fronte alla fiera, in via Campo Marzo (area Porto San Pancrazio) e nel piazzale dell’ospedale di Borgo Roma.
Sacchetto, invece, sarà appunto a Marzana, dove a fine marzo è stato allestito il primo reparto veneto per la riabilitazione di pazienti colpiti dal virus, un’intera palazzina dell’ospedale, circa una sessantina di degenti. «Un gesto piccolo e concreto per i pazienti e i fantastici professionisti che si prendono cura di loro», dice lui, classe ’85, alla guida del team del ristorante La Cru: «Abbiamo considerato che il riso è l’alimento che meglio si concilia con le caratteristiche dei pazienti del reparto, alcuni dei quali molto fragili e con precise cautele sul piano nutrizionale. Per il personale il menu sarà un po’ più strutturato: un pranzo pasquale di festa, speriamo, per persone che si stanno mettendo in gioco senza compromessi per garantire la salute degli altri».